La regola dei terzi

Iniziamo con l'avventura, dopo la divagazione matrimonialista del primo post iniziamo a fare un pochino di fotografia, iniziando, com'è logico, dalle nozioni basilari di fotografia, prima fra tutte la composizione, questa sconosciuta, che, come molti altri passaggi della fotografia moderna, vengono troppo spesso sottovalutati o del tutto trascurati: tanto poi aggiusto il tutto con photoshop. Non è un luogo comune, l'ho sentito dire davvero e mi ha fatto cadere la braccia, ecco questo a mio modestissimo avviso è il lato peggiore delle fotografia digitale: ci si avvicinano cani e porci come a qualunque altra cosa che divenga alla portata di tutti. un tempo era molto più complesso gestire una passione come la fotografia, i costi erano altri. Certo ci sono anche aspetti del tutto positivi: il numero di scatti che la gente produce è aumentato esponenzialmente, e qualcuno dalla mischia riesce a distinguersi. Non fraintendetemi non voglio demonizzare niente e nessuno ma credo che potersi avvicinare a troppe cose perchè "alla portata", faccia si che non si approfondisca nessuna delle cose a cui ci accostiamo perchè presto arrivano altri stimoli da un qualcosa di nuovo.



Comunque parlavamo di composizione: ci sono diversi  modi di comporre la propria scena, il più noto dei quali è chiamato:

REGOLA DEI TERZI

Di semplicissimo utilizzo eppure adottata sin dai tempi della pittura, consiste nel suddividere ciò che stiamo osservando (la nostra scena) in nove quadranti, mediante l'applicazione di un reticolo del tutto simile a quello del gioco del tris (tic-tac-toe) in cui le linee guida siano equidistanti fra loro e dai bordi del fotogramma; i nostri soggetti andranno posizionati in corrispondenza delle linee di intersezione immaginarie (o di quelle verticali), mentre sulle linee orizzontali andra posta la linea di orizzonte a seconda che si voglia enfatizzare un cielo variegato o un interessante primo piano o una texture sul terreno: mai mettere l'orizzonte al centro del fotogramma, salvo che non ci sia qualche motivazione espressiva che ci induca a farlo, ma anche qui, molti fotografi neofiti e un po permalosi tendono a camuffare grossolani errori di composizione con questa possibilità della "licenza poetica" a fini espressivi, talvolta con argomentazioni che sfiorano l' assurdo: un vero e proprio arrampicarsi sui vetri!
L'immagine che segue esplicita meglio il concetto di "regola dei terzi"


Clicca sulle immagini per ingrandirle


ovviamente nulla cambia nei confronti di un'immagine verticale a parte il fatto che nell'esempio in questione non c'è traccia della linea di orizzonte, il che rende inutile le righe orizzontali eh eh).
Ad ogni modo sembra che lo sguardo sia più propenso a posizionarsi (di primo acchito) su uno di questi punti di intersezione e da li a vagare per il resto del fotogramma; ora, se la composizione è corretta l'osservatore troverà il centro di interesse dell'immagine proprio in uno di quei punti, da cui potremmo inserirvi delle linee guida che conducano l'occhio dell'osservatore attraverso il fotogramma.

Ma perchè viene utilizzata questa tecnica? le origini sono addirittura greche e hanno le loro fondamenta nella teoria della sezione aurea, di Fibonacci che dovrebbe rendere più armoniosa una rappresentazione, pittorica o nel nostro caso fotografica e che regola il rapporto tra due grandezze o segmenti e la loro somma

Ci sono altri tipi di composizione utilizzati in fotografia:

  • Composizione radiante
  • Composizione sulle diagonali
  • Composizione circolare
  • Composizione a triangolo
Le approfondiremo meglio in uno o più successivi post, ma la più utilizzata in assoluto rimane proprio la regola dei terzi, provate a farci caso mentre osservate fotografie o quadri e noterete che la ritroverete sempre come costante.

1 commenta:

Unknown ha detto...
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