Sony, Nikon, e Canon fermano la produzione

I tre colossi nipponici, fra i maggiori produttori mondiali di apparecchi ottici e fotografici, hanno annunciato di aver fermato la produzione in alcune fabbriche del sol levante in seguito al danneggiamento degli stabili avvenuto a causa del terremoto e al successivo tsunami che hanno sconvolto l'isola del Giappone lo scorso 11 novembre. 

  • Sony in particolare sembrerebbe avere un congruo numero di fabbriche in alcuni dei posti più colpiti dal cataclisma, ed ha annunciato la sospensione dell'attività del sito in cui vengono prodotti i diodi laser blu per lettori Blu-Ray e Playstation 3 ubicato nella zona di Miyagi, vicino a Sendai. Un'altro sito interessato sempre vicino a Sendai produrrebbe schermi antiriflesso per televisori LED/LCD/Plasma. La cosa sembra già avere avuto ripercussioni sul mercato consumer: la Playstation 3 infatti sembrerebbe avere subito un'impennata dei prezzi nell'ordine dei 30 dollari.
  • Nikon dal canto suo ed ha chiuso la sede di Miyagi (la Miyagi Nikon Precision Co., Ltd e la Tochigi Nikon Precision Co., Ltd nell' omonimo distretto, che producono lenti di precisione per apparecchi fotografici. Sempre nel distretto di Tochigi e a Sendai sarebbero state chiuse altre due aziende dedite alla produzione di corpi macchina reflex e non. Tale chiusura si sarebbe riflessa sul mercato con un decisissimo incremento del costo delle Nikon D3X, lievitata di oltre 300 dollari al pezzo. (Comunicato stampa di Nikon)
  • Canon a sua volta denuncia lesioni a 15 dipendenti e ferma la produzione nei siti di Utsunomiya, ancora una volta nella prefettura di Tochigi, situata a metà strada fra Tokio e Sendai. Canon ha reso noto che se il periodo forzato di fermo dovesse per qualunque ragione protrarsi oltre il mese, sarebbe in grado di far fronte alle richieste spostando altrove la produzione in siti alternativi. Non sono segnalati attualmente aumenti per i prodotti di questa compagnia.
Aumenti che, a detta degli esperti (fonte: il Sole 24 Ore), sarebbero da attribuirsi da un lato dalla speculazione commerciale e dall'altro dalle basse scorte che tipicamente vengono accumulate per questo genere di prodotti.

1 commenta:

Unknown ha detto...

addirittura 300 dollari a pezzo? Va bene lo stato di crisi, ma questa si chiama speculazione e basta. :(

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